Testa di Madonna - Cappella alla Madre Italiana in Santa Croce a Firenze
È il gesso della testa della Madonna per il Monumento alla Madre Italiana. Per il volto della Madonna Andreotti si servì delle sembianze di una signorina inglese amica della famiglia Roatta, di quella Sylvia Anderson Wilson per la quale aveva eseguito nel ‘23 e nel ‘25 due ritratti. Di questa testa e di questo busto Andreotti realizzò a parte un esemplare in marmo. Vincitore del concorso per un monumento alla Madre italiana da collocare nella Cappella Capponi di Sant’Anna, restaurata per l’occasione dall’architetto Enrico Lusini nella chiesa di Santa Croce a Firenze, Andreotti lavoro sul tema obbligato di un gruppo della Pietà da porre sull’altare, che gli permise di esprimersi nell’esemplificazione storicamente e sentimentalmente più augusta. La gran massa marmorea si alza sopra un altare la cui mensa è di rosso porfido. Alle pareti laterali della Cappella rivestite di pietra sono due bassorilievi in pietra forte leggermente lumeggiata d’oro esprimenti “La partenza dell’eroe” e “Il ritorno dell’eroe morto”. Nel paliotto d’altare, ai lati del pannello centrale con la dedicazione alla Madonna con la Croce e la M mariana, sono due bassorilievi con due figure maschili (i cosiddetti “Camilli”) seduti a terra a mo’ di cariatidi sostenenti con le spalle la mensa d’altare sulla quale posano quattro candelabri bronzei e al centro un Crocifisso ugualmente bronzeo. Una cancellata in ferro battuto, opera dello stesso Andreotti, completa questa impegnativa esecuzione che ebbe una storia intensa e travagliata. Oltre ai bozzetti qui raccolti, esistono anche studi grafici che testimoniano una tormentata e coscientemente rigorosa elaborazione formale di ogni dettaglio e di ogni emozione. Da una lettera ad Aldo Carpi datata 11 novembre 1924 Andreotti scrive: “Sono nel folto della mischia. Firenze si dibatte ancora per il mio gruppo della Pietà. Un giornale cittadino ha pubblicato la protesta di cinquecento persone, artisti, signore e signorine in quantità. Nobilissima proposta in nome dell’arte, della patria e di altre moltissime cose. Io sono solo e sto zitto. La proposta fu indirizzata a tutte le autorità, Sua Maestà compresa. Domani mi metto al paliotto dell’altare, e domani finalmente il gruppo parte per Carrara”. Il monumento e pertanto l’intera Cappella votiva fu inaugurato alla presenza del Re Vittorio Emanuele III il 4 novembre 1926. La memoria dell’avvenimento è ricordata in due lapidi ai fianchi dell’altare, una delle quali ricorda l’autore e porta la data 1926. Al di là delle lusinghiere e laudative prese di posizione della più qualificata critica (Dami, Ojetti, Papini, Giovannoni, Marchini, Malan, tanto per citare gli interventi più importanti), qualche appunto (come quello del Cardinale Mistrangelo) e una contestazione dei sostenitori di Romano Romanelli nel giorno inaugurale non ebbero effettivo peso.
Piano: Terzo
Sala: Opere della Maturità
Anno: 1924-1926
Autore: Libero Andreotti