Signora col ventaglio
Esistono numerosi e bellissimi disegni preparatori nei quali l’artista ricerca e inventa linee curve e ritmi speculari, forme piene e rotonde, rispondenti a un’idea decisa e ben stabilita per questo ritratto della femminilità. La donna, dispiegando davanti a sé un grande ventaglio sul quale spicca a bassorilievo una decorazione con un albero frondoso e un uccello del paradiso, sembra assumerlo a specchio della sua stessa forma e della sua stessa immagine collegandosi i piani degradanti con la posizione delle mani e delle braccia: ne viene fuori un insieme capace di definire anche la sua immagine opulenta e misteriosa, per via di quella testa ricca di evocazioni orientali e con una acconciatura di puntuale citazione indiana. La scultura è fatta per essere vista anche da tergo: il ritratto infatti offre anche da questo lato, come per la vista frontale, ampi piani degradanti e ampie forme piene e rotonde. L’opera è citata come “Gigolette” in una lettera di Ojetti ad Andreotti del 28 febbraio 1920 con la quale richiede una replica per l’Editore Tuminelli. È “forse la scultura più bella di Andreotti, dove la citazione indiana si distende, plana nell’apertura e nel giro sensuale delle pieghe allentate” (Monti, 1976).
Piano: Terzo
Sala: Opere della Maturità
Anno: 1920
Autore: Libero Andreotti