Danzatrice con i grappoli d’uva
Nella danzatrice “il ritmo della movenza ritorna su sé stesso e si chiude nello slargarsi dell’anca, sopra l’elastico dei piedi puntati sulla sensibilissima volta della base. La testa, piccola e chiusa come una noce, rimanda nei lineamenti appena incisi, nel caschetto squamato dei capelli, alle dee decapitate di Selinunte, rivisitate qui da un occhio già déco”. Così, Raffaele Monti (1976) che, ricostruendo le fasi dell’arte dello scultore nel suo soggiorno parigino, inizialmente con componenti alla Troubetzkoj, alla Rodin, poi simbolista e fino alle pacatezze solide e sintetiche alla Bourdelle, vede in questa scultura l’esempio più risolto di un nuovo stile: i ritmi déco si legano alla tradizione classica in una scultura privata che non sovrasta lo spettatore. Al di là della ben delineata frontiera Rodin Bourdelle, nel vivace ambiente parigino si affermano in quel tempo fatti culturali e movimenti letterari che ebbero straordinari riflessi nel campo delle arti figurative quali ad esempio le presenze e le attività dei simbolisti russi che trovarono la loro prima grande affermazione storica nella esposizione parigina del 1906 al Grand Palais, organizzata da Sergei Diaghilev, personaggio noto come manager geniale di Nijinskij e dei Balletti Russi.
Piano: Secondo
Sala: Opere Giovanili
Anno: 1912
Autore: Libero Andreotti