La Marchesa Ada Niccolini
La datazione dell’opera dovrebbe essere 1915-16, perché essa viene commentata nell’articolo di Giovanni Costetti su Andreotti in “La Tempra” del 10 novembre 1916. Eseguita a Firenze, quando lo scultore è entrato in rapporto con Ugo Ojetti, che nel 1920 darà una lettura dei suoi lavori tra modernità e neo-tradizione, i cui termini culturali (quattrocentismo e cézannismo) sono già presenti in questo ritratto. La nobile e colta Ada Niccolini volge la testa verso sinistra, con le braccia atteggiate come il David marmoreo di Donatello, mentre l’ampia gonna è una meditazione plastica sulla scomposizione dei piani di Cézanne. Così, “il peso architettonico delle masse è reso come in Bourdelle attraverso proporzioni pensate in funzione non accademica, ma espressiva”. Nella redazione finale la figura è in posa di fronte allo spettatore ed è “retta quasi con viso sorridente sopra un ricordo ‘storico’ allora veramente divenuto lessico necessario” (Monti, 1976).
Piano: Terzo
Sala: Opere della Maturità
Anno: 1915-16
Autore: Libero Andreotti