La Giustizia
Trattasi di un bozzetto, in variante-studio, per il soggetto monumentale della ‘Giustizia’. Tale soggetto fu studiato da Andreotti per il Palazzo di Giustizia di Milano. La prima notizia per quest’opera è in una lettera all’amico Carpi del 21 giugno 1932: “Piacentini mi ha parlato di una grande Giustizia che sto creando di già. Essa andrà, se vi andrà, nell’atrio del palazzo di Giustizia di Milano. Ci credi te?”. Circa un mese dopo, il 3 luglio, informa ancora l’amico: “Ora per consiglio di Piacentini sto studiando una Giustizia che dovrebbe essere grandissima, forse qui la misura conta, anzi è probabilmente indispensabile che si veda che c’è, grande almeno sei metri. Ebbene io l’ho messa a sedere su un curioso scanno altissimo, tiene il Fascio e la Bilancia e sotto i piedi la Sfera Celeste, non vi sono allusioni, ella funziona lassù dall’alto. Domani la formo e addio. Poi la farò portare a una grandezza di due metri, in queste vacanze per trovarmela pronta per il ritorno”. E sempre all’amico in una lettera del 15 novembre dello stesso anno conferma: “Finora ho lavorato alla mia Giustizia... bene mi pare, sono a buon porto. E una cosa, mi sembra, molto acuta e son ben contento di farla, più ancora se potrà avere come si spera la sua destinazione”. La sua opera non ebbe la destinazione per la quale era stata richiesta, anche se il Palazzo di Giustizia ebbe compimento nel 1940 e a quel tempo Andreotti era già morto da sette anni e raffigurazioni scultoree sulla Giustizia corporativa e sulla Giustizia biblica furono affidate rispettiva mente ad Arturo Martini e ad Arturo Dazzi che le eseguirono nel 1937.
Piano: Terzo
Sala: Opere della Maturità
Anno: 1932
Autore: Libero Andreotti