Affrico e Mensola
Modello definitivo per il gruppo di due figure chiamato “Affrico e Mensola”, dal nome di due torrenti che scendono a Firenze dai colli tra Fiesole e Settignano, sfociando in Arno a breve distanza l’uno dall’altro senza mai incontrarsi. In una lettera ad Aldo Carpi del 21 giugno 1932 dice di aver “finito di modellare le mie due statue che vedesti” e di sperare di venderle agli Ottolenghi di Acqui Terme per il loro mausoleo costruito da Marcello Piacentini. Andreotti morì improvvisamente il 19 aprile 1933, e l’acquisto da parte degli Ottolenghi non ebbe luogo. Le due statue furono comunque fuse in bronzo e si trovano oggi alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. Nel mausoleo di Acqui Terme (che fu completato dal figlio degli Ottolenghi, Astolfo, con grandi mosaici ed affreschi di Ferruccio Ferrazzi che vi lavorò a più riprese nella cripta dal 1933 al 1940 e successivamente) nessun gruppo scultoreo trovò posto. Andreotti del resto, a dire il vero, non aveva eseguito il gruppo su commissione, l’aveva pensato per una fontana, come risulta da una testimonianza di Bruno Innocenti, in quel tempo suo allievo, nella quale si dice come Affrico e Mensola “erano allora due torrentelli che scorrevano presso Firenze a breve distanza l’uno dall’altro e che sfociano in Arno senza mai incontrarsi”. Di qui, certo, la posizione delle due figure distanziate e come isolate tra loro.
Piano: Terzo
Sala: Opere della Maturità
Anno: 1933 ca.
Autore: Libero Andreotti