La Flora
La figura si impone per l’aspetto aristocratico e il fiero atteggiamento: ha un lungo abito riccamente plissettato, allacciato sotto il seno, un cappello conico che sembra una pettinatura di riccioli a chiocciola, che sottolinea il suo raffinato profilo, pur richiamando salde impostazioni della statuaria antica, resa qui a misura domestica. La tecnica è morbida e carezzevole e ricca di delicate raffinatezze e ci rimanda alla precedente scultura “Purosangue” del 1907, che Vittorio Pica nel catalogo della Biennale di Venezia definì di una tecnica “fatta di sensualità plastica e di sottigliezze cerebrali”. Per “La Flora” si potrebbero usare gli stessi termini per definire un campione di equilibrio, di simmetria di volumi e di grande raffinatezza espressiva. L’opera richiama anche la “Penelope” (1908) di Bourdelle per la salda ponderatezza della figura nel suo abito riccamente plissettato. Andreotti si ricorderà di Bourdelle anche negli anni successivi per trovare soluzioni intelligenti per la femminilità vestita, come nella “Venditrice di frutta” del 1917.
Piano: Secondo
Sala: Opere Giovanili
Anno: 1913
Autore: Libero Andreotti