L’Italia con l’arco e l’eroe caduto - Monumento ai Caduti di Saronno
È il bozzetto presentato al concorso per il Monumento ai Caduti di Saronno che Andreotti vinse e per il quale ricevette l’incarico nel ‘23. La commissione giudicatrice era formata da Giulio Ulisse Arata, Adolfo Wildt e Ugo Ojetti. Da una lettera ad Aldo Carpi dell’8 marzo 1924 si apprende della fusione in bronzo avvenuta in Pistoia (“e per ciò che dà la piazza anche non troppo male - confessa all’amico - ma siamo molto lontani da quel perfetto registro delle fusioni francesi che tanto ricordo e rimpiango e ne sono un poco amareggiato”); nel ‘25 il monumento fu inaugurato a Saronno alla presenza del Conte di Torino. Le due figure bronzee che raffigurano l’Italia che impugna l’arco e il soldato caduto, poggiano su una base in pietra di Saltrio e sulla base sono inseriti i due bassorilievi in bronzo con la partenza dell’Eroe e l’Eroe morto. “Con questo gruppo eroico, venuto immediatamente dopo quello di Roncade, Andreotti - scrisse Luigi Dami ha dato un’altra opera degna della grande tradizione monumentale italiana. Una composizione elementare, con disposizioni semplici di parti e solidità di posa che unifica senza discordanza, il mondo antico, quel che è stato imparato sul vero e quel che è stato imparato sul ricordo: le scarpe chiodate e l’arco eginetico, il grosso panno grigioverde, e il mantello della ‘dea’ che è visto con occhi romanici, quello stesso che reca sul braccio svettante l’Apollo di Belvedere”. Ma in effetti anche le memorie iconografiche riaffioranti appariranno nella redazione finale “meccaniche e quasi ibernate. Si vedano i riferimenti al Rodin e al solito Bourdelle” (Monti, 1976), del quale soprattutto va citato l’“Eracle Arciere” del 1910.
Piano: Terzo
Sala: Opere della Maturità
Anno: 1923-25
Autore: Libero Andreotti