Le Furie di Oreste
Questa scultura riflette, in parte, l’interesse di Andreotti per il recupero della toscanità e dell’arte quattrocentesca: l’aspetto, apparentemente, esile e flessuoso ci richiama alle figure di Donatello. Se ne fissa l’esecuzione intorno al 1928 nelle pause della sua attività ‘epica’ dei Monumenti ai Caduti, quale testimonianza di un ritorno a calligrafie e sottigliezze di rinnovata memoria bourdelliana (R. Monti, 1976) con un interesse a un certo recupero di classicismo (F. Previti, 1981) e anche, aggiungiamo, per una drammaticità teatrale di gusto mistico (si pensi a gesti come quelli di Marsia nella scultura greca) che l’aveva coinvolto anche in una statua di Diana richiesta per una scena teatrale e dichiarata “elemento indispensabile da Luigi Pirandello per la sua tragedia Diana e Tuda a proposito della quale aggiungeva: “La sua linea ampia e tormentosa aderisce così bene allo spirito del lavoro che io mi domando come sia stata possibile la vostra mirabile interpretazione” (L. Pirandello, lettera a Andreotti in data 19 settembre 1927).
Piano: Terzo
Sala: Opere della Maturità
Anno: 1927-28
Autore: Libero Andreotti