Pesciaiolo
L’opera ci presenta un Andreotti che, ritornato dal fronte, ritrova sé stesso a Firenze continuando il suo ‘discorso’ lasciato interrotto negli anni della guerra. Lontano dalle materie plastiche, il disegno è stato il mezzo per studiare, conoscere, analizzare e una abbondante produzione di studi dal vero ci è pervenuta quale testimonianza di questo fare. Ma ora, di nuovo in patria, rivisita gli antichi, i veri valori della scultura del passato, i manieristi toscani; con l’amicizia di Ojetti si riavvicina ulteriormente a Bourdelle (che è a Firenze ospite di Ojetti) ma con attenzione anche ai valor i espressivi del mondo orientale, India e Cina, che si riflettono con evidenza nei volti e negli atteggiamenti di alcune opere. La figura in effetti, per i moduli tortili, per il viluppo e il gioco variato delle pieghe, rievoca anche se in maniera lata, i moduli ellenistici; la gestualità e l’importanza data alle mani ricordano il gioco delle mani dei bronzetti etruschi. Anche la base, decorata con foglie e girali, riecheggia supporti bronzei antichi.
Piano: Secondo
Sala: Opere Giovanili
Anno: 1916 c.
Autore: Libero Andreotti